La mongolfiera è composta da diverse superfici.
Per prima è stata ricostruita la vela principale. Dato che notoriamente le vele delle mongolfiere hanno
quella tipica forma a spicchi, invece di ricorrere ad una semplice rivoluzione di un profilo, si è pensato
di creare un singolo spicchio bombato, e poi usare quello per ricreare il resto della vela.
Vediamo il procedimento in dettaglio. A partire dal profilo desiderato creato con xccurv. Volendo ricreare una vela
a 12 spicchi, ogni spicchio avrà una curvatura di 30 gradi. Per ottenerlo la curva bidimensionale è
stata aperta in xcsurface e riprodotta 6 volte con rivoluzione di 5 gradi sull'asse verticale Z. Poi sono state
alterate le linee intermedie per ricreare una sorta di "bombatura". Infine lo strumento estrusione ha creato la
superficie finale, che è poi stata copiata fino ad ottenere i dodici spicchi, con passi di rotazione di 30
gradi ognuno sull'asse Z.
Dopo qualche immagine di resa era evidente che cinque superfici per ogni spicchio eran poche e creavano un effetto
squadrato sgradevole. Sono quindi state modificati i dodici spicchi e raffinati per due volte al fine di ottenere
una superficie più morbida. Purtroppo però questa operazione ha dato buoni risultati soltanto sugli
spigoli relativi all'asse verticale.
Ecco qui le fasi principali:
La cesta della mongolfiera è stata disegnata per seconda. È stata disegnata la sezione vista
dall'alto in diverse dimensioni attraverso xccurv. Poi con estrusione si è ottenuta tutta la parte laterale.
Copiando e scalando si è ottenuta la superficie interna della cesta.
Per il fondo è bastato usare un'estrusione concentrica con profilo di partenza iniziale e dimensione zero
finale.
Per il bordino in alto invece è stato applicato lo stesso metodo ma questa volta la destinazione finale
dell'estrusione non aveva dimensione zero ma dimensione della superficie interna della cesta.
Per chiarezza guardare le immagini qui sotto.
La struttura a gabbia ed i motori sono stati sicuramente la parte più complessa da realizzare.
La difficoltà non stava tanto nella realizzazione dei singoli componenti quanto nella disposizione dei
numerosi pezzi.
Per prima cosa è stata ricreata la gabbia metallica principale. La sua forma è
quella di un tronco di piramide a base quadata. I tubi sono stati fatti utilizzando dei cilindri opportunamente
scalati e posizionati. Nella parte superiore sono stati anche creati degli snodi di giunzioni per collegare i
singoli tubi fra loro. Per ottenerli è bastato creare dei tori e trimmarli verticalmente in modo da tenerne
soltanto un quarto. Il tubo centrale visibile nella parte alta serve per il sostegno dei due bruciatori a gas che
saranno ricostruiti successivamente.
Sono anche state disegnate quattro protezioni in gomma sui tubi laterali.
Utili per non urtare contro il ferro durante le fasi di volo. Le protezioni sono anch'esse cilindriche.
Ecco alcune immagini:
Il momento di creare i motori è arrivato.
La loro realizzazione è stata semplificata dato che non avevo a disposizione dettagli tecnici.
Ogni motore è composto da cinque parti fondamentali. Descriviamole singolarmente, in ordine dal basso verso
l'alto. La parte più in basso è la maniglia, realizzata a partire da un toro a cui è stata
applicata una deformazione. È bastato poi trimmare la superficie tagliandola a metà per ottenere la
maniglia finale (questa operazione in realtà non era obbligatoria dato che la parte tagliata sarebbe
risultata interna al motore e quindi non visibile).
La seconda parte è la base del motore. Essa è
stata ottenuta a partire da una curva disegnata in xccurv e poi ruotata attorno all'asse verticale Z.
La terza parte sono 4 lamelle di sostegno che servono da attacco per la parte successiva. Le lamelle sono semplici
superfici rettangolari. La parte successiva è la camera di combustione del gas, ottenuta semplicemente
scalando adeguatamente un cilindro. In ultimo c'è il diffusore, ottenuto utilizzando un tronco di cono.
Ecco qui alcune immagini:
Alla struttura a gabbia sono stati aggiunti alcuni dettagli, come gli anelli di catena e le corde.
Infine tutta la struttura è stata montata, motori compresi, per ottenere le giuste proporzioni e rendere
più semplice il compito successivo di realizzazione della scena.
Le corde sono semplici superfici cilindriche, mentre gli anelli sono tori deformati. Sono state inserite 12 corde
e 8 anelli di catena.
Ecco le immagini che mostrano gli oggetti e il loro assemblamento finale.
In ultimo per completare la mongolfiera sono state creati altri tre oggetti: la veletta paravento, i sacchi, e
la bombola del gas.
La veletta paravento è stata ricostruita a partire da un tronco di cono rovesciato che è stato
trimmato verticalmente in modo da ottenerne la metà. Esso sarà posizionato sotto la vela principale a fianco
dei motori.
I sacchi sono stati ottenuti in modo molto semplice. Sono formati da due curve disegnate con xccurv da cui è
stata ottenuta la superficie finale per rivoluzione sull'asse verticale Z.
La bombola infine è composta dalla parte contenente il gas ottenuta anch'essa mediante rivoluzione di una
superficie disegnata precedentemente con xccurv, e la parte alta, il manico di sostegno, ottenuto unendo un toro a
quattro tubi cilindrici obliqui.
Ecco alcune immagini degli oggetti:
Per la creazione del resto della scena, dopo aver creato la stanza di dimensioni approssimative 4x6 metri, ho
subito pensato al tipo di illuminazione che volevo ottenere sulla mongolfiera. Dall'illuminazione dipende infatti
anche dove vanno posizionate le sorgenti luminose che per maggior realismo devono essere coerenti con la scena
stessa. L'illuminazione da me scelta richiedeva una luce morbida, come quella di una lampada abatjour. Per
posizionare la lampada serve anche un tavolino. Poi nella scena deve esserci un quadro con l'immagine di una
mongolfiera reale. È stato quindi creato un quadro e la relativa cornice. Per l'illuminazione del quadro e
dell'altro lato della mongolfiera sono state create dei proiettori appesi al soffitto. Per completare la scena sono
state anche aggiunti un cassettone con specchiera e superficie in marmo rosa ed un busto.
La lampada è stata creata in due parti: la base ottenuta attraverso rivoluzione di una curva profilo, e il
cappello ottenuto attraverso l'estrusione in verticale di tre sezioni orizzontali di cui quella in mezzo è
stata lievemente allargata.
Vediamo alcune immagini:
Il tavolino da parete, poi replicato in due tavolini uguali, è stato ottenuto unendo quattro parti: un
piede, due gambe, e il piano. Essendo un tavolino da parete tutte le superfici sono state dimezzate verticalmente,
ottenendo un tavolo a semicerchio. Il piede è stato ottenuto per rivoluzione di una curva profilo, mentre
tutte le altre superfici sono state ottenute a partire da cilindri, successivamente scalati e disposti.
Ecco alcune immagini:
Per rendere la stanza più completa mi sembrava adeguato un mobile. Ho quindi realizzato mobile a quattro
cassetti con specchiera. La realizzazione è stata abbastanza dettagliata anche se i cassetti non sono stati
creati realmente, ma solo disegnati su di una texture. La parte bassa del mobile è composta da un grosso
parallelepipedo, creato attraverso sei superfici rettangolari singole.
Questo per avere più libertà di texturizzazione nelle fase di rendering. Il piano del mobile in marmo
è stato creato usando una superficie semplice a parallelepipedo. I piedi frontali del mobile si
differenziano da quelli posteriori, che sono semplici parallelepipedi. Sono stati creati con una rivoluzione
sull'asse verticale Z di una curva profilo creata usando xccurv.
La specchiera è la parte che ha richiesto maggiore attenzione. Prima di tutto si è disegnato il
profilo in xccurv, facendo attenzione di mantenere alcuni spigoli chiave, che danno un tono classico al mobile.
Poi da quella curva si è ricreato lo spessore della specchiera attraverso estrusione. La superficie
anteriore e posteriore sono invece state ottenute facendo un'estrusione concentrica di quella superficie ponendo
come destinazione la superficie stessa a dimensione zero. Infine lo specchio è stato ridisegnato in maniera
più arrotondata partendo dalla curva del profilo della specchiera, poi in xcsurf è stata trasformata
in una superficie usando il solito metodo di estrusione con destinazione la curva puntiforme.
In ultimo sono state create otto maniglie.
Per fare una maniglia è stato disegnato un attacco a fiore da cui si è ottenuta la superficie
attraverso la consueta estrusione centripeta. La maniglia stessa invece è stata ricreata utilizzando un toro
deformato opportunamente. Le maniglie sono state disposte direttamente in xcrayt attraverso lo script di
configurazione. Questo per velocizzare la composizione delle parti.
Ecco alcune immagini, certamente più esplicative della descrizione precendente:
Per provare una diversa tecnica di realizzazione di oggetti tridimensionali ho provato ad abbozzare un busto porta
parrucche (o cappelli). Per farlo sono partito da una curva di profilo da cui ho ricreato la superficie base per
rivoluzione. A questo punto ho provato la modellazione gerarchica, selezionando prima la parte zona del volto.
Dopo un'operazione di raffinamento della superficie sono passato a selezionare le zone relative ad occhi bocca e
naso. Poi attraverso traslazioni (numeriche) di singoli punti di controllo selezionati attraverso il mouse ho
cercato di dare forma alle singole parti. Operazione che si è rivelata assai laboriosa e spesso imprecisa.
Agevolando alcune funzioni sicuramente diverrà una funzionalità molto interessante per la modellazione
degli oggetti.
Ecco il busto ottenuto:
Il quadro è composto dalla cornice e dalla superficie rettangolare interna. Per fare la cornice è
stato sagomato un profilo usando xccurv, poi tale profilo è stato utilizzato in xcsurf per creare le quattro
parti della cornice. Per generare la superficie di ogni legnetto è bastato usare l'estrusione, spostando il
profilo iniziale e finale nei punti desiderati, avendo cura di tenerlo inclinato di 45 gradi nel verso opportuno
per creare gli spigoli corretti.
Qui di seguito alcune immagini:
I faretti e la struttura portante dei faretti di illuminazione del quadro e della mongolfiera sono stati creati
utilizzando superfici semplici come piani, cilindri e tronchi di coni. Ogni singolo faretto è composto da
tre parti: portalampada, diffusore, vetro.
Il vetro era necessario perché in questo modo ad esso possiamo associare una texture o un colore diverso dal
resto del modello. Il portafaretto direzionabile è molto semplice. È stato ottenuto unendo cilindri e
superfici rettangolari. Il cilindretto orizzontale assume la funzione di perno di sostegno del faretto stesso.
La struttura di sostegno dei faretti (e dei portafaretti) è stata creata attraverso tubi cilindrici, che
verranno fissati al soffitto della stanza.
Per chiarire vediamo alcune immagini:
Per testare alcuni attributi e textures ho usato una sfera. Rimossa poi dalla scena finale.
La scena e' composta dai seguenti oggetti:
Per la resa della scena sono stati definiti i seguenti attributi:
Successivamente alla definizione dei materiali ho provato a texturizzare le parti più importanti dell'ambiente e della
mongolfiera.
Le texture utilizzate sono le seguenti:
L'illuminazione è uno dei punti che mi ha divertito maggiormente. Questo perché posizionando in un
certo modo le luci è possibile dare un certo effetto alla scena, e convogliare l'attenzione dello spettatore
su di un certo dettaglio. In particolare io volevo che gli attori della scena fossero soltanto due: il modellino e
il quadro. Per illuminare la mongolfiera è state usate due luci.
La prima luce è anche quella che illumina l'intera scena: una lampada "abatjour" posta vicino alla parete di
sinistra, che emette una luce morbida e diffusa, di colore giallo-arancio, non troppo alta, in modo da illuminare
la parte sinistra della mongolfiera, e la maggior parte della stanza, ma non tutta.
La seconda luce invece, serve a dare contrasto alla mongolfiera rispetto allo sfondo scuro, ed è quella del
faretto posto sul soffitto vicino alla parete di destra. Ho simulato dei faretti alogeni, con una temperatura
colore più alta, bianco-azzurro. In questo caso si tratta di una luce di tipo "spot", o ad"occhio di bue".
Il quadro è stato invece illuminato da un altro faretto uguale al precedente, posto al di sopra di esso, sul
soffitto. In questo modo si è quindi ricreata un'ambientazione da interno sera, creando un'atmosfera piuttosto misteriosa e calda.