È matematicamente certo. Fate l’ipotesi che voi siate matematici e il
vostro partner sia, per esempio, neurochirurgo. Vi presentate a cena,
con un gruppo di nuovi amici. Fate quattro chiacchiere e dopo un po’
viene fuori che siete un ricercatore in matematica. Un attimo di
sconcerto, sguardi di divertito stupore, e poi vi chiedono: «ma
perché, cosa c'è da ricercare, in matematica?» Guardandosi tra loro,
insistono: «non è già tutto scoperto?» E sicuramente almeno uno
affermerà, con orgoglio: «io, la matematica, non l'ho mai capita!»
Ma il peggio è che, mentre voi cercate di spiegare cosa mai
giustifichi il vostro, peraltro misero, stipendio, i commensali
scopriranno la professione del vostro partner. Fine dei vostri tre
minuti di protagonismo: con sguardo stavolta sognante, il vicino di
tavola si rivolgerà alla vostra metà, innanzi tutto convinto di essere
in grado di intavolare una conversazione su argomenti di comune
interesse, poi mentalmente calcolando il suo stipendio assolutamente
rispettabile, per poi perdersi definitivamente dietro al fascino che
il camice bianco evoca nella mente di chiunque. Voi scomparirete
inesorabilmente, a far compagnia a ricordi tendenzialmente sgradevoli
di numeri, equazioni, formule e simili inutilità.
Insomma, nell'immaginario comune, il medico è un’attrazione, il
matematico è un nerd. Sottili varianti si possono ottenere sostituendo
a vostro piacimento "neurochirurgo" con “ingegnere elettronico",
"magistrato", "architetto", "promotore finanziario", "biologo marino"
e, addirittura, "fisico".
C’è poco da fare, esiste un problema di rappresentazione della
matematica e dei matematici nell’immaginario popolare, ed è un
problema serio. In questo seminario ci proponiamo di chiarirne i
termini, provando anche a esplorare possibili soluzioni. Purtroppo,
anche alla fine di questa chiacchierata, non sarà ancora chiaro se
queste esistano: in caso positivo, però, sappiamo già che certamente
non saranno uniche!