2014
28 marzo
Seminario interdisciplinare
ore 16:30
presso Aula Enriques
Il lavoro di ricerca presentato in questo seminario può essere visto come intreccio di due filoni in didattica della matematica: quello semiotico, relativo all'uso dei segni e alle conversioni da un registro di segni all'altro, e quello relativo ai misconcetti in probabilità. Da un punto di vista semiotico, le ricerche sull'apprendimento della probabilità mostrano una relazione complessa tra l'uso degli artefatti (dadi, monete, giochi, eccetera), il passaggio a rappresentazioni simboliche (rapporto tra casi favorevoli e casi possibili, operazioni con frazioni, diagrammi ad albero) e la trasposizione formale (assiomi, legge dei grandi numeri, regole di composizione). Le conversioni tra diversi registri costituiscono spesso un ostacolo all'utilizzo della formalizzazione matematica per guidare le scelte dei giocatori d'azzardo, che fanno ricorso ad altre forme di pensiero: euristiche, misconcetti. Specificamente ai giochi d'azzardo, i misconcetti studiati in letteratura assumono un ruolo preponderante non solo nel determinare le scelte, ma anche a innescare circoli di dipendenza da gioco. La ludopatia sta diventando un'emergenza sociale e nel corso del seminario verranno forniti alcuni dati sul fenomeno in Italia (d'accordo con Pais e Valero, infatti, credo che la matematica e la sua didattica oggi debbano parlare anche di questioni politiche e sociali), per concentrarsi successivamente sui processi cognitivi che gli studenti mettono in atto in situazioni di apprendimento della probabilità: quali tipi di ragionamento sono attivati? Quando possiamo parlare di "approccio razionale" (secondo la definizione di Kahneman e Tversky)? Quale ruolo assume la probabilità? Quale percorso di insegnamento può nascere dalla sinergia tra insegnamento dei concetti di base della probabilità (previsto dal curriculum nazionale) e contrasto della ludopatia? Dopo un'illustrazione del quadro teorico di riferimento, nel seminario sono presentate le analisi dei primi dati raccolti in aula, una prima risposta a questi interrogativi e una discussione relativa a possibili strumenti di valutazione e prevenzione.
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