2014
05 maggio
ore 14:30
presso Aula Vitali
Una delle difficoltà maggiori da superare nell'insegnamento della matematica è portare gli studenti ad uilizzare modi di pensare metematici e acquisire consapevolezza, anche 'pratica', di alcuni concetti particolarmente complessi. Negli ultimi quarant'anni la ricerca in questa direzione ha messo in luce il contributo di particolari ambienti informatici, 'Micromondi', il cui design mette a disposizione degli studenti "an easy-to-understand set of operations that students can use to engage tasks of value to them, and in doing so, they come to understanding powerful underlying principles." (diSessa, 2000). L'intervento tratterà del rapporto tra il design di un micromondo e la concezione di attività al suo interno e l'obiettivo didattico di chi lo ha progettato. Cercherà inoltre di gettare luce su cosa si possa dire dell'apprendimento degli studenti in questi contesti. Verrà presentato un quadro teorico che, a partire da 'cosa fanno davvero gli allievi nelle attività in classe', consente di fare delle inferenze su tale apprendimento. Verranno portati esempi da diversi micromondi. diSessa A. A. (2000). Changing minds: Computers, learning, and literacy. Cambridge, MA: MIT Press
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